Articolo inviato da Francesco Giuliani della II A bt
Nella mattinata del 5 dicembre 2022, gli studenti delle classi II A, II B e II C bt dell’I.I.S. Galilei di Jesi, accompagnati dalle prof. sse F. Fiorentini e F. Martini hanno visitato la Fondazione Centro Servizi Caritas Diocesana “Padre Oscar Serfilippi” di Jesi. Alle ore 8:50 i ragazzi si sono recati a piedi insieme alle insegnanti presso la struttura. Quest’ultima appare moderna e molto grande. È circondata da un giardino dove sono presenti delle panchine colorate realizzate da un volontario. Nell’atrio gli studenti sono stati accolti da due operatrici che li hanno poi accompagnati durante tutta la visita. All’ingresso si trova una piccola cappella per momenti di preghiera, una reception e diversi centri di ascolto con circa 1058 presenze annue. Sullo stesso piano c’è la Mensa del povero, che nel 2020 ha distribuito 10183 pasti. Si può mangiare qui se si ha bisogno, ma solo su prenotazione, in modo tale che gli addetti possano organizzare al meglio il servizio. Scendendo le scale si accede ad un sotterraneo, dove sono situati il magazzino, in cui vengono depositate le scorte di merci e l’Emporio solidale, che funziona come una sorta di discount, in cui si può trovare di tutto: pasta, biscotti, sale, passata di pomodoro, tonno, succhi di frutta… e persino materiale da cartoleria e libri (1.496 carrelli di cibo sono stati erogati nel 2020). Per acquistarli non servono i soldi, ma bisogna avere una tessera con punti che vengono dati in base a bisogni specifici. Infatti, chi fa richiesta di aiuto alla Caritas ha diritto a dei punti che si ricaricano mensilmente. Prima, però, bisogna recarsi nei centri di ascolto, in cui i volontari possono capire la situazione del soggetto e fornire un numero di punti in base alle esigenze. Al centro di ascolto si può anche ricevere aiuto per avere informazioni lavorative, per esempio per compilare il curriculum o per altre pratiche come la richiesta di permessi di soggiorno. Il centro dispone inoltre di posti letto messi a disposizione per accoglienze ordinarie e straordinarie.

Dopo la visita alla struttura, i ragazzi sono stati divisi in gruppi ed hanno successivamente provato a identificarsi in persone che di solito si recano alla Caritas per chiedere aiuto. Per questa simulazione ad ogni gruppo è stata data una carta d’identità ed un foglio contenente un testo che raccontava la storia di un “personaggio reale”. Da quel momento ci si doveva muovere nella struttura recandosi allo sportello di ascolto competente e poi sperimentare come viene erogato il servizio da parte della Caritas. Questa attività ci ha insegnato che prima di essere aiutati, bisogna essere ascoltati senza venire giudicati, istaurando una relazione di empatia e costruendo una rete di sinergie. Al termine dell’attività, nella sala riunioni si è discusso del tema dell’immigrazione, con una conoscenza più approfondita del fenomeno grazie anche al video “Liberi di restare, liberi di partire”.
La visita è servita a comprendere il punto di vista di chi si trova in situazione di difficoltà: a capire meglio, attraverso il semplice gioco della simulazione dei ruoli, quanto “coraggio” serva a mostrare le proprie fragilità e necessità.
Lo scopo prioritario della Caritas, come è stato ribadito più volte nel corso della visita, è quello di “accompagnare” la persona in difficoltà ascoltando il suo problema e cercando insieme di individuare le risorse personali, le strategie offerte dal territorio e dalle istituzioni per rendere le persone nuovamente autonome e capaci di riprendere a “camminare”.